img3_sxIperidrosi

UNA TOSSINA PER FERMARE IL SUDORE
Se la sudorazione è un fatto naturale, un fenomeno fisiologico, per qualcuno (circa il 2-5 per cento della popolazione soffre di iperidrosi, cioè di una sudorazione eccessiva, in prevalenza donne, adolescenti) diventa un fatto patologico, capace di condizionare molti momenti della vita. Per questi, sono in arrivo buone notizie: l’iperidrosi si può curare, in maniera efficace e definitiva. Col botulino: sì, proprio lei, la famigerata tossina responsabile delle gravi infezioni alimentari. Che, se iniettata in dosi minime, ha l’effetto di rallentare notevolmente la sudorazione. Del resto, già da anni il botulino viene usato sia in campo estetico, per spianare le rughe della fronte e periorbitali.Cos’è l’iperidrosi

“La sudorazione è un fenomeno fisiologico, necessario per la regolazione della temperatura corporea”.La secrezione del sudore è mediata attraverso gli stimoli nervosi di una parte del nostro sistema nervoso vegetativo, il sistema nervoso simpatico. In alcune persone, questo simpatico tende a un superlavoro, col risultato di un livello di sudorazione molto più elevato di quello necessario per mantenere costante la temperatura corporea. Il disturbo arrecato da questo superlavoro viene definito iperidrosi, e si manifesta appunto con un’eccessiva sudorazione, che può assumere aspetti addirittura ‘ruscellanti’. Anatomicamente generalizzata, o focalizzata solo in alcuni distretti del corpo: palmo delle mani, pianta dei piedi, ascelle, ma anche fronte, tempie, zona lombo-sacrale, inguinale, perineale.

L’iperidrosi è scatenata da stimoli molto diversi: la tensione nervosa, il caldo, ma anche i cibi piccanti e gli alcolici. Gli esseri umani hanno dai 3 ai 4 milioni di ghiandole sudoripare, che, al massimo della loro attività, possono produrre complessivamente 2-3 litri di sudore all’ora.

Il botulino per curarla:

La tossina botulinica opera interponendosi nelle prese di collegamento dei nervi (sinapsi) e dei loro contatti elettrochimici con gli organi, dove agisce da isolante, impedendo il transito degli impulsi nervosi di stimolazione dei diversi apparati, che così rimangono inattivi: è così che, raggiunte da opportune microdosi di botulino, le ghiandole sudoripare nevrotiche dell’iperidrosi vengono biologicamente disattivate per alcuni mesi, e man mano rieducate a non estrarre in sovrappiù il proprio prodotto.

Come si è arrivati a scoprire questa proprietà del botulino? Una decina d’anni fa, studiando le conseguenze dell’avvelenamento da botulino in pazienti che erano riusciti a sopravviverne si osservò che per diversi mesi essi avevano smesso di sudare, e soffrivano di cute secca: nacque così l’ipotesi che la tossina botulinica, iniettata in minime controllate quantità nelle zone di iperidrosi, potesse bloccarne la sudorazione eccessiva, intercettando il comando nervoso di attivazione diretto alle ghiandole sudoripare. Già i primi tentativi dimostrarono subito risultati positivi, e la letteratura medica si è arricchita in pochissimi anni di numerose conferme”.

“La terapia” “consiste in una serie di piccole iniezioni subdermiche di tossina botulinica opportunamente diluita. Le iniezioni debbono essere precedute, in sede plantare e palmare, da anestesia locale mentre a livello ascellare non è necessaria alcuna anestesia. I benefici compaiono dai 4 ai 6 giorni dall’inizio della terapia, e persistono per un periodo variabile dai 3 ai 12 mesi”.