Recenti studi stanno evidenziando in modo sempre più marcato come tutte le forme di calvizie ( alopecia androgenetica, alopecia areata, effluvi etc) abbiano un comun denominatore: un’alterazione del ciclo follicolare.
Sebbene nell’alopecia androgenetica la sensibilità recettoriale del singolo individuo all’enzima 5 alfa reduttasi, responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone, risulti il maggior imputato nel processo di rniniaturizzazione del follicolo è anche vero che l’orologio biologico del ciclo follicolare che scandisce le fasi di anagen ( crescita del capello), catagen ( fase di riposo), telogen ( fase di caduta) P regolato da una serie di meccanismi innescati da sostanze definite citochine.
Nell’alopecia areata ad esempio abbiamo una palese evidenza clinica dell’alterazione del ciclo follicolare, in particolare troviamo un determinato numero di follicoli “bloccati” nella fase telogen, in attesa di uno stimolo affinchP il bulbo torni a produrre un capello in anagen.
Anche negli effluvi avviene un’alterazione di questo tipo, plausibilmente dovuta ad un accorciarsi della fase di crescita e ad una pausa eccessiva nella fase che sussiste fra la caduta e la crescita di un nuovo capello.
Le citochine sono le responsabili del dialogo fra i vari “compartimenti†che caratterizzano la struttura del capello e dell’induzione di tutta quella serie di cambiamenti morfo-istologici che determinano la ciclicità nella formazione e distruzione delle componenti adibite alla produzione del capello da parte del bulbo follicolare.
Il PRP ( platelet rich plasma ? plasma ricco di piastrine) ha suscitato il nostro interesse in quanto le piastrine, principale componente del PRP, costituiscono dei serbatoi fisiologici di fattori di crescita e proteine, cioè unità funzionali potenzialmente interessanti per il loro alto contenuto di mediatori biologici.
Il PRP P ottenuto tramite centrifugazione di un predeterminato volume di sangue. In seguito alla centrifugazione si ottiene una divisione in due fasi: quella liquida rappresentata dal plasma e il precipitato rappresentato dalla componente corpuscolata del sangue, con questa particolare centrifugazione riusciamo ad ottenere inoltre un elevato isolamento delle cellule ematiche deputate all’infiarnmazione, i leucociti, il che consente di evitare che questa componente sia presente all’interno del PRP andandone così ad inficiare l’efficacia terapeutica.
Il valore aggiunto della metodica utilizzata 12 dovuto all’alto grado estrazione e di standardizzazione delle concentrazioni dei principali fattori di crescita estratti.
I fattori di crescita che ricaviamo sono i seguenti:
PDGF ( fattore di crescita derivato dalle piastrine)
TGF B ( fattore di crescita trasformante beta)
IGF-1 ( fattore di crescita insulinico)
EGF ( fattore di crescita epidermico)
VEGF ( fattore di crescita vascolare endoteliale)
HGF ( fattore di crescita degli epatociti)
Quello che si cerca di perseguire tramite il PRP a livello tricologico P l’innesco/mantenimento della fase di crescita del capello (anagen) e all’ottimizzazione della fase di riposo ( catagen) – che è risultata essere d’importanza fondamentale in termini di qualità del follicolo nel ciclo successivo – grazie a quei fattori di crescita che si sono rivelati cruciali nelle suddette fasi.
Mentre in ambito ortopedico ed odontoiatrico il PRP viene utilizzato da una decina d’anni, la tecnica m ambito tricologico P decisamente recente e per questa ragione i risultati ottenibili con essa sono tuttora in fase di osservazione e si possono tradurre in un aumento della velocità di crescita dei capelli, una miglior qualità derivata da un ispessimento del capello ed una miglior pigmentazione.
In che cosa consiste l’intero trattamento?
I1 trattamento consiste nel sottoporre il paziente ad un prelievo di una quantità variabile di sangue ( da 36cc a 54cc) a seconda dell’ampiezza dell’area da trattare. In alcuni casi si procederà ad un trattamento di micro needling tramite un derma roller, un rullo con aghetti microscopici che servirà per innescare i processi riparativi intrinseci del nostro organismo, andando cosi ad amplificare l’effetto del PWIl prodotto della centrifugazione, dopo essere sottoposto ad attivazione, viene quindi iniettato nello scalpo tramite una siringa con un piccolo ago indolore. Verrà impiegato un’anestetico locale per rendere impercettibile la sensazione di fastidio derivata dalle punture.
Dopo quanto tempo si pub ritornare alle attività quotidiane?
Abitualmente le attività quotidiane possono essere riprese nell’immediato. Pub rimanere per un giorno un lieve rossore nell’area trattata, mentre un leggero gonfiore ed una modestissima dolenzia possono essere presenti nelle 24 ore successive, dovuto ai microtraumi determinato dalle punture fatte. Essendo le piastrine dotate di un elevato potenziale rigenerante, il giorno seguente al trattamento lo scalpo non presenterà più alcun segno.
Quanti trattamenti sono necessari?
Si consiglia di sottoporsi al trattamento ogni P5 mesi per mantenere i risultati ottenuti. Questi ultimi si possono tradurre in un’ispessimento dei capelli ed un inscurimento. Più precocemente si interviene e maggiori sono le possibilità di risultato derivante dal trattamento.
Ci sono delle controindicazioni?
I1 trattamento non presenta alcun tipo di controindicazione dal momento che si utilizza il proprio sangue.
Quanto dura il trattamento?
Dal momento in cui il paziente si sottopone al prelievo al momento in cui viene eseguito il trattamento passano 40 minuti circa. I1 trattamento in sé dura 20 minuti circa.